Il difficile percorso delle diplomazie è certamente ancora in salita, ma senza dubbio in questo secondo incontro, in presenza, a Istanbul tra la delegazione russa e quella ucraina ci sono stati degli importanti passi in avanti riconosciuti anche da Mosca. La chiave di questa svolta va cercata nelle proposte che Kiev ha avanzato, mettendole nero su bianco e che garantirebbero la neutralità del Paese dunque la rinuncia definitiva entrare nella NATO e a dotarsi di armi nucleari, senza che questo implichi una smilitarizzazione del Paese o la rinuncia alla candidatura per entrare nell'Unione Europea. Kiev chiede, tra le altre cose, tutta una serie di garanzie di sicurezza, ispirate dell'articolo 5 del trattato NATO, che vincola i membri a intervenire in caso un paese dell'Alleanza venga attaccato; che coinvolgerà, però in questo caso, solo un gruppo definito di Paesi. Tra questi oltre la Polonia, La Turchia, la Cina, gli Stati Uniti, c'è anche l'Italia. Si impegneranno, in caso di un nuovo attacco di Mosca una volta siglata la pace, a garantire assistenza militare, armi e uno spazio aereo chiuso. Infine per la delicata questione legata al Donbass e alla Crimea, su cui le posizioni dei Paesi rimangono distanti, verrà aperta una trattativa a parte; per la Crimea, in particolare, si parla di consultazioni molto lunghe che dovrebbero chiudersi entro 15 anni. "Notizie che accendono una luce di speranza, ma che vengono prese con grande cautela sia dagli Stati Uniti sia dell'Unione Europea, per cui la priorità, in questo momento, è arrivare a un Cessate il fuoco sul campo duraturo, e che venga rispettato dalla Russia.".