"Come sempre in questi casi, la Russia non lascerà senza risposta azioni così aggressive”. Poche parole, dirette, senza margini di interpretazione. La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, non nasconde la sua irritazione di fronte all’annuncio del nuovo round di sanzioni da parte di Washington. Un pacchetto che questa volta, come ha spiegato il Segretario al Tesoro, Janet Yellen, non dà tregua a chi commercia con la Russia e colpisce un numero molto vasto di entità, passando da circa 1.000 a 4.500 obiettivi. Cioè, saranno sanzionati non solo gli istituti finanziari russi, come la borsa, ma anche chiunque faccia da tramite per le operazioni delle merci o finanziare russe. Insomma, un cappio sempre più stretto all’economia della Federazione nei confronti dell’Occidente, ma non solo. Sul campo, intanto, sono continuati gli attacchi russi: sale il bilancio del raid su Kryvyi Rih, mentre la regione di Kiev continua a essere martellata, con la contraerea ucraina che ha abbattuto decine di droni, 4 missili cruise e un missile ipersonico. Cambiando completamente contesto, invece, colpiscono le immagini che provengono dall’altra parte dell’Atlantico, dal porto di Cuba, dove ha attraccato una flotta russa composta da tre navi militari e un sottomarino a propulsione nucleare. Sia Mosca che Washington, forse consapevoli della drammatica analogia, almeno a livello evocativo, con la crisi del ’63 che portò il mondo sull’orlo della catastrofe nucleare, hanno rilasciato dichiarazioni improntate alla calma. Era previsto, sono solo la testimonianza della vicinanza storica tra l’Havana e Mosca, non ci sono armamenti nucleari e insomma, non sono un pericolo per gli Stati Uniti. Però, a livello visivo e non solo, colpiscono eccome.























