Recarsi immediatamente nei rifugi della Protezione civile. A Kiev la notte torna a essere scandita dal suono degli allarmi, dalle esplosioni e dal lavoro frenetico dei soccorsi. I raid russi non danno tregua e l'autunno ucraino si trasforma in una stagione di pressione costante. Dall'alto missili e droni puntano ancora una volta le infrastrutture energetiche, mentre a terra l'esercito di Mosca continua ad avanzare verso il sud est con il Donbass e l'area di Pokrovsk che restano tra gli obiettivi più battuti. Kiev prova a rispondere sul piano militare. Un attacco mirato ha colpito una raffineria vicino a Mosca nell'Oblast di Ryazan, mentre la difesa russa sostiene di aver abbattuto numerosi droni ucraini lanciati nella notte. Parallelamente si muove la diplomazia. Zelensky si prepara ad un nuovo tour europeo prima Atene e poi Parigi e Madrid, con l'obiettivo chiaro ottenere maggiori sistemi di difesa aerea per proteggere le città dagli attacchi invernali. Nella capitale greca sigla un accordo per la fornitura di gas che sarà finanziato da vari soggetti, tra cui la Grecia, appunto. E sul fronte interno il presidente annuncia una riforma significativa delle agenzie energetiche statali, una risposta allo scandalo che ha coinvolto il Ministero dell'energia, proprio mentre il paese affronta blackout diffusi. Zelensky parla di verifica completa e di una gestione da rinnovare nei vertici e nelle pratiche. In chiusura a un segnale che rompe almeno in parte la logica dell'escalation, Kiev conferma un nuovo grande scambio di prigionieri con la Russia, mediato da Turchia ed Emirati Arabi. Secondo gli accordi di Istanbul verranno liberati 1200 ucraini, un gesto che non cambia l'andamento del conflitto, ma restituisce un margine di umanità in una guerra che continua a consumare notti, fronti e vite. .























