L'invito ufficiale a visitare l'Ucraina è arrivato al Papa direttamente dal Primo Ministro Denys Shmyhal durante la mezz'ora di colloquio privato che i due hanno avuto in Vaticano. Shmyhal, a Roma per la conferenza bilaterale per la ricostruzione dell'Ucraina voluta dal Governo Meloni, ha proseguito i suoi incontri al più alto livello politico e parlamentare. Nel corso dell'incontro con il Santo Padre, ha spiegato Shmyhal, in particolare si è parlato della guerra e delle possibili soluzioni di pace. "Stavamo parlando della formula di pace di Zelensky, ma discutendo, forse un po' più dettagliatamente, i passi diversi che potrebbe fare il Vaticano e chi da parte loro, aiutandoci ad arrivare alla realizzazione di questi punti. Ho chiesto, ad esempio, partecipazione e assistenza di Vaticano, della Sua Santità, per il ritorno, restituzione, all'Ucraina dei bimbi, che erano parzialmente orfani, che sono stati portati via, principalmente in Russia, con forza, forzatamente." In generale, la 2 giorni romana, per la delegazione ucraina e in particolare per il Primo Ministro, è stata particolarmente fruttuosa e segnata dalla prima telefonata dall'inizio della guerra, tra il Presidente Zelensky il Presidente cinese Xi Jinping. Un evento, che il Primo Ministro non esita a definire molto importante: "Ieri c'è stata la chiamata telefonica, una conversazione molto produttiva tra il Presidente dell'Ucraina e il Presidente della Cina. Questa conversazione, secondo me, ne sono convinto, sta aprendo una nuova tappa dei nostri rapporti fra l'Ucraina e Cina." Dunque una telefonata che può aprire una nuova fase per i rapporti bilaterali tra Cina e Ucraina, ma, ricorda Shmyhal, senza dimenticare che, come discusso anche con il Papa, l'Ucraina ha una propria via della pace ed è la formula Zelensky: cioè il ritiro dei russi e il ripristino dei confini del 1991, oltre alla garanzia di sicurezza per l'Ucraina da parte delle organizzazioni internazionali. Solo così, per gli ucraini, si può avere una pace giusta e duratura.