Guerra Ucraina, reazioni fredde di Kiev a missione africana

Che la missione africana in Ucraina non fosse andata granché bene lo si era capito fin dalla conferenza stampa. Il numero uno di Kiev aveva infatti escluso qualsiasi possibilità di colloqui con la Russia, un secco no al tentativo di mediazione proposto dalla delegazione. Un contrasto emerso anche durante la conferenza stampa finale quando il Presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, aveva ribadito la necessità di negoziati. Cui Zelensky aveva replicato con nettezza: "ho detto chiaramente, più volte durante il nostro incontro che consentire qualsiasi negoziato con la Russia significa congelare la guerra, congelare il dolore e la sofferenza". Come se non fosse bastato il no di Zelensky è arrivato a stretto giro l'affondo del suo braccio destro, Mikaylo Podolyak, che ha cassato l'iniziativa africana con una battuta: "sono venuti qui solo per far togliere il mandato di cattura internazionale a Putin". L'accusa era che l'unico che l'unico obiettivo del sudafricano Ramaphosa era di farlo partecipare al prossimo vertice dei BRICS, in programma ad agosto a Johannesburg. Eppure, la missione africana non era nata sotto i peggiori auspici, la solitamente agguerrita portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova aveva speso parole incoraggianti: "ribadisco che siamo grati a tutti i Paesi, a tutti gli Stati, a tutti coloro che parlano di pace, di una soluzione e che vogliono rendersi utili". Del resto, i legami tra Africa e Cina sono noti e la Russia è anch'essa legata a doppio filo a Pechino; perciò, il sospetto che la missione di pace avesse anche altri obiettivi non era del tutto infondato. Il Cremlino ha intanto tenuto a precisare che non è vero che Putin si rifiuta di parlare con Scholz e Macron. “Non abbiamo ricevuto alcuna richiesta", la spiegazione. Nel frattempo, la NATO si interroga sul suo futuro. E mentre prende corpo l'ipotesi di un nuovo rinnovo a un riluttante Jens Stoltenberg, Biden manda un messaggio chiaro all’Ucraina: "deve rispettare gli stessi standard delle altre nazioni per essere parte dell'Alleanza".