Trump e Zelensky non riescono a mettersi d'accordo sulla Crimea, e il presidente americano ha perso la pazienza per una dichiarazione del presidente ucraino sul Wall Street Journal, dove affermava che Kiev non ha alcuna intenzione di riconoscere legalmente l'occupazione della Crimea e che non c'è niente da discutere al riguardo. Il presidente americano su Truth Social, in modo molto diretto, ha risposto che queste dichiarazioni non aiutano il processo di pace e che se Zelensky davvero avesse voluto la Crimea, avrebbe dovuto pensarci 11 anni fa, quando l'amministrazione Obama non ha fatto nulla per impedirne l'occupazione e che dopo tutto la Crimea per anni è stata la base dei sottomarini russi. Trump, irritato, ha anche scritto che Zelensky, non ha alcuna carta da giocare e che deve firmare l'accordo proposto dagli americani, e che se sceglie invece di andare avanti per la sua strada e prolungare la guerra per altri tre anni, perderà l'intera Ucraina. Il rapporto con Kiev sembra appeso ad un filo e l'amministrazione americana, già da qualche giorno ha pubblicamente detto che sono pronti a tirarsi indietro e a lavarsene le mani, se nel breve periodo Mosca e Kiev non mostreranno la volontà di volere la pace, che per gli americani può essere raggiunta solamente con concessioni da entrambe le parti, e questo include anche l'Ucraina fuori dalla NATO, che è anche una delle condizioni che Zelensky deve accettare per la firma dell'accordo sulle terre rare, che si dovrebbe firmare in questi giorni con Trump. Intanto mentre Steve Witkoff, il diplomatico americano incaricato di mettere al tavolo le parti, volerà a Mosca questa settimana per giocare una delle ultime carte, Trump e Zelensky voleranno invece a Roma per le esequie di Papa Francesco. Ma ad oggi la Casa Bianca non ha confermato ancora alcun incontro, se non il rientro immediato del presidente americano negli Stati Uniti dopo la cerimonia.