In principio furono gli uomini verdi. Era il 2014 e la penisola di Crimea all'improvviso cominciò a essere lentamente invasa da soldati senza mostrine. Nessuno sapeva da dove fossero venuti né chi avesse dato loro l'ordine di invadere quel territorio, ma il fatto restava ed era inoppugnabile. Stavano prendendo con calma determinazione, possesso dei centri di comando, delle istituzioni, delle caserme, in silenzio, senza spiegazioni, ma anche senza violenza. E però Mosca negava. Tra il 20 e il 27/2 del 2014 la Crimea era completamente sotto il controllo degli omini verdi, che più tardi si sarebbero rivelati mercenari della Wagner, la compagnia di sicurezza del cuoco di Putin, all'epoca all'apice del suo successo, Jevgeni Prigojin. La reazione dell'occidente fu di sbigottimento e indignazione, ma non andò oltre. L'amministrazione Obama, si limitò a non riconoscere l'annessione di fatto e tutti i suoi successori si attennero a questa indicazione. Era l'evidente contromossa di Mosca che con i moti del Maidan di Kiev aveva perso nuovamente il controllo dell'Ucraina, e rispondeva con una strategia che poi avrebbe applicato nella regione orientale del Donbass, alimentare l'instabilità e il malcontento della componente russa della società ucraina. È vero, come ha sottolineato Trump, che fu Obama a prendere atto dell'operazione russa ma è anche vero che The Donald, nel suo primo mandato, attraverso il suo segretario di Stato Mike Pompeo, ribadì il non riconoscimento dell'annessione della penisola. Era la Crimea Declaration, con cui gli Stati Uniti si impegnavano a non mettere in discussione l'integrità dell'Ucraina. Ora lo scenario è completamente diverso dopo tre anni di guerra, che non sembra vedere una fine, un conflitto sanguinoso e costoso, e gli USA sempre più determinati a chiudere a qualsiasi costo la pagina Ucraina, The Donald ha fatto capire che la Crimea potrebbe essere riconosciuta come territorio russo. Kiev non sembra disponibile, Bruxelles ha ribadito che non avverrà mai formalmente, sembra lana caprina, ma non lo è ed è forse questa differente presa d'atto che potrebbe far uscire la diplomazia dalle secche in cui si è incagliata. .