Negoziato tra Russia e Ucraina, la Santa Sede si offre per facilitarlo e chiede di evitare l'escalation militare, di fermare le bombe e i combattimenti, di aprire una trattativa. Sono convinto ci sia ancora e sempre spazio per il negoziato, non è mai troppo tardi, ha detto il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede e numero due della Chiesa cattolica. Noi offriamo la nostra disponibilità a facilitare il dialogo, non oso nemmeno pensare che il conflitto possa allargarsi ad altri Paesi europei, ha continuato Parolin, sarebbe una catastrofe di proporzioni gigantesche, ma purtroppo è una eventualità che non si può escludere. Bisogna fermare l'escalation e trattare. Domenica era stato Papa Francesco a dire all'Angelus di avere il cuore straziato per quanto sta accadendo, lui che aveva telefonato il Presidente dell'Ucraina dicendosi disposto a fare tutto quanto gli era possibile ed era andato a parlare con l'Ambasciatore Russo presso la Santa Sede per chiedere la fine dei combattimenti e di tornare al negoziato. Quante divisioni ha il Papa, si dice abbia chiesto ironicamente Stalin. Di certo nessuna a livello militare, ma ne ha qualcuna, non indifferente, a livello diplomatico. Insomma la Santa Sede si offre come territorio neutro, come terza parte tra due Stati in guerra, per facilitare le trattative tra Ucraina e Russia. Un po' quello che accadde, anche se in termini completamente diversi tra Cuba e gli Stati Uniti. Obama e Raul Castro nello stesso giorno diedero l'annuncio dell'accordo raggiunto e ringraziarono Papa Francesco per la mediazione, fondamentale, che aveva effettuato.