Dopo le piogge torrenziali, le raffiche di vento a 230 chilometri orari e le inondazioni, adesso ad Haiti la paura ha un nuovo volto, quello del colera. È allarme epidemia nell’isola caraibica, dopo che il passaggio dell’uragano Matthew, approdato sulle sue coste giovedì scorso, ha causato, secondo un bilancio ancora del tutto provvisorio, oltre 900 morti. È il direttore del programma contro il colera del Ministero della salute haitiano a lanciare l’allarme. Sarebbero almeno sessanta le persone ad aver contratto il virus, ma l’epidemia si starebbe diffondendo molto rapidamente. L’Unicef e la Croce Rossa hanno predisposto un piano di emergenza per prevenire la diffusione del virus, ma hanno bisogno di sei milioni di dollari per fornire assistenza medica, riparo, acqua potabile e servizi igienici. Il governo di Port-au-Prince ha dichiarato lo stato di catastrofe e ha parlato di scenario apocalittico. Il sud di Haiti è in ginocchio: oltre un milione e trecentomila le persone colpite dall’uragano e l’80 per cento delle abitazioni risulta danneggiato. Alto il pericolo di frane. Oltre sedicimila i disperati in cerca di riparo e moltissimi altri potrebbero essere ancora intrappolati tra il fango e quello che resta dei villaggi più isolati, dove ancora non sono arrivati i soccorsi.