Le ruspe cercano di liberare le strade invase da macerie e detriti. La situazione ad Haiti è drammatica: i danni causati dal terremoto di magnitudo 7.2 che ha colpito la zona meridionale del Paese il 14 agosto, sono ingenti. Le vittime sono oltre 2.000, le scosse hanno sbriciolato gli edifici e distrutto molte abitazioni, la popolazione è allo stremo. Dopo il sisma, il Paese è stato colpito anche dal passaggio della tempesta tropicale Grace che ha portato fango e disperazione in questo Paese già flagellato da povertà, criminalità e instabilità politica. Gli sfollati aumentano di ora in ora, per curare le persone vengono allestite strutture mediche all’aperto. Qui vengono assistiti i feriti ma mancano medicine, cibo e acqua potabile. Gli ospedali non hanno più posti disponibili. Mio figlio di due anni è ferito, e ha bisogno di cure, dice questa donna. La nostra casa è stata distrutta dal terremoto, racconta. È una lotta contro il tempo per distribuire kit igienici. La violenza del terremoto, affermano i soccorritori, ha avuto un impatto direttamente sulla falda acquifera. Di conseguenza, i tanti pozzi che servivano le comunità di campagna sono privi di acqua. Il timore, adesso, è che si possano diffondere in fretta malattie ed epidemie come già avvenuto nel 2010 a Port-au-Prince, dopo che un potente sisma causò 300.000 morti. Nelle città lungo la costa Sudest, si continua a scavare a mani nude alla ricerca di sopravvissuti ma le speranze di trovare qualcuno ancora vivo sono pressochè nulle. Alcuni quartieri più poveri della città sono completamente allagati dalle onde gonfiate dalle piogge alluvionali. E poi c’è il problema della sicurezza: le bande di criminali e le milizie armate bloccano le strade in cerca di denaro da ottenere facilmente. Le loro azioni terrorizzano la gente e ostacolano il passaggio alle carovane di aiuti internazionali.