Gli arresti sono avvenuti nel cuore della notte, senza alcun preavviso. Alcuni sono stati portati via ammanettati e incappucciati, altri semplicemente caricati su un pulmino della Polizia, qualcuno persino accompagnato dai genitori. Assieme all’emergenza virus che ha costretto la governatrice Carrie Lam ad adottare nuove misure restrittive, compresa la chiusura di tutti i locali, a Hong Kong è tornata l'emergenza sicurezza con le unità speciali di Pechino che hanno iniziato ad effettuare i primi arresti programmati, fuori cioè dalle manifestazioni di piazza. Le notizie si sono inseguite tutta la notte sui social dopo che un primo tweet di Joshua Wong, uno dei leader della protesta ora dimessosi da ogni carica per evitare l'incriminazione, aveva avvertito “Stanno arrivando, arrivano i corpi speciali. È finita”. Tra i 4 giovani arrestati, ma il numero potrebbe essere maggiore, ci sono Tony Chung e l’altro giovanissimo, entrambi minorenni, fondatori del movimento Student Localism, uno dei pochi che non si è ancora sciolto e che promuove l'indipendenza di Hong Kong. In base alla nuova legge Rischiano fino all'ergastolo. “Abbiamo effettuato alcuni arresti nel pieno rispetto delle leggi in vigore”, ha confermato un portavoce della Polizia, “Nessuno torcerà un capello a questi ragazzi, ma le leggi è ora che vengano rispettate”.