Un centinaio di arresti, due poliziotti gravemente feriti, la città di nuovo in preda al caos. Migliaia di cittadini di Hong Kong sono scesi oggi in piazza per protestare. Qualcuno dice “per l'ultima volta” contro la nuova legge sulla sicurezza nazionale entrata in vigore stamane, prima ancora che il suo contenuto venisse reso pubblico. Una legge a lungo annunciata che prevede pene pesantissime fino all'ergastolo per tutta una serie di reati non meglio definiti che le autorità potranno, con grande discrezionalità, individuare come atti di terrorismo, Sovversione, secessione e collaborazione con potenze straniere. “È una legge giusta e dovuta. Una legge che tutti i paesi civili posseggono e che riguarderà solo i responsabili di atti violenti.” ha spiegato la governatrice Carrie Lam durante l'alzabandiera per celebrare il 23° anniversario dello Handover, la restituzione di Hong Kong alla Cina. “Una legge che ci consentirà finalmente di tornare a una vita normale.” Ha aggiunto. La legge, contrariamente a quanto qualcuno aveva temuto, non è retroattiva. Tutti i leader e i protagonisti delle proteste dei mesi scorsi non dovrebbero dunque essere in pericolo di arresto, anche se la maggior parte di loro ha annunciato il ritiro dalla vita politica, rendendosi irreperibile. La legge autorizza la creazione di un corpo di polizia speciale con enormi e poteri pressoché illimitati e una procura speciale, i cui giudici saranno nominati dal Governo locale, ma su una lista preparata da Pechino. “È la fine di Hong Kong, la fine di un sogno”, ha twittato uno dei leader della protesta, Joshua Wong, “non abbandonateci”. Da Taiwan mano tesa alla Presidente Tsai Ing-wen ha annunciato che tutti coloro che vorranno fuggire da Hong Kong saranno i benvenuti.