Un terreno più neutrale non poteva esserci. Il palcoscenico scelto per il più importante incontro tra capi di Stato dell'anno sarà la Svizzera. Dopo settimane di negoziazioni tra Casa Bianca e Cremlino è stato deciso che il primo faccia a faccia tra il nuovo Presidente americano Biden e quello russo Putin avrà luogo a Ginevra dove già nel '85 si parlarono Reagan e Gorbaciov e dove nulla sarà lasciato al caso, perché ogni dettaglio finirà sotto i riflettori. L'incontro, previsto per il 16 giugno, è storico perché le relazioni diplomatiche tra le due superpotenze emerse dal secondo conflitto mondiale sono ai minimi dagli anni della Guerra Fredda. Lo Zar di Russia, ormai logorato, da 20 anni al potere, e il più vecchio Presidente nella storia degli Stati Uniti, che sta rivoltando come un calzino, hanno già avuto modo di confrontarsi in passato quando quest'ultimo era vice di Obama. Le cronache raccontano che i due si parlino diretti e senza ipocrisie e da quando guidano i rispettivi Paesi si sono più volte scontrati a distanza. Il primo scatenando i suoi agenti informatici per intrufolarsi nei computer dell'altro, il secondo apostrofandolo assassino in mondovisione e sanzionando i suoi fedelissimi. Dalla condanna per l'arresto del dissidente Navalny fino al recente caso bielorusso, passando per le manovre militari al confine ucraino, la lista delle lamentele americane è lunga ma a Washington preferiscono lavorare sui terreni comuni: non proliferazione nucleare, cambiamenti climatici e pandemia. Per il resto il mantra ribadito anche nel recente incontro tra i rispettivi Ministri degli Esteri è avere relazioni stabili e prevedibili, come dire, non saremo mai amici ma almeno mettiamo in chiaro le regole del gioco.