La guerra in Ucraina e il problema dei migranti, al centro dei discorsi del Papa nel viaggio a Malta, la seconda e ultima giornata nell'Isola inizia con la suggestiva visita alla grotta dove San Paolo trovò rifugio dopo un naufragio, Paolo si salvò e come raccontano gli atti degli Apostoli, venne trattato dagli abitanti con rara umanità. Un modo umano di rapportarsi con gli altri che dovrebbe caratterizzare tutti, dice Francesco, anche in questi giorni di nuove tragedie in mare. "Aiutaci a riconoscere da lontano i bisogni di quanti lottano tra le onde del mare, abbattuti sulle rocce di una riva sconosciuta." E dopo la grotta di San Paolo, Francesco attraversa la città in papamobile con la gente che si affolla per strada al suo passaggio. "E Francesco celebra messa qui sul grande palco che vedete alle mie spalle costruito in piazzale dei Granai dove già celebrarono la messa sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI, sono presenti oltre 20mila persone e ci sono anche i rappresentanti delle altre religioni." E Bergoglio torna ancora una volta a condannare con parole di fuoco la guerra in Ucraina, una tragedia umanitaria che definisce sacrilega. "Preghiamo ora per la pace pensando alla tragedia umanitaria della martoriata Ucraina, ancora sotto i bombardamenti in questa guerra sacrilega." Ultimo appuntamento, prima di tornare a Roma, in quest'isola nel cuore del Mediterraneo l'incontro con 200 migranti nel centro Giovanni Paolo II fondato da un frate francescano nel 1971.