Il Braciere, all'ingresso della Basilica sotto la quale c'è la tomba di San Pietro, il cielo e l'acqua. La processione al buio, fino all'accensione delle luci. Simboli che si rincorrono nella lunga veglia di Pasqua, che quest'anno per i problemi che ha il ginocchio, non è presieduta da Papa Francesco, ma dal Decano del Collegio Cardinalizio Giovan Battista Re. Ma Bergoglio, è presente pronuncia lui l'omelia, e sin dalle prime parole il Papa cita la guerra in Ucraina. "Molti poeti evocano la bellezza, delle notti illuminate dalle stelle, invece le notti di guerra, sono solcate da scie luminose di morte". Ma abbiamo, una speranza concreta che si chiama Cristo, il Signore del mondo che oggi è risorto con lui, dice Francesco, il male non ha più potere, e nessuna notte è infinita, e anche nel buio più fitto brilla la stella del mattino. Ad ascoltare Bergoglio, seduti davanti all'altare ci sono tre Parlamentari ucraini, venuti a parlare con il Papa, e il Segretario di Stato Vaticano. Insieme ad Ivan Fedorov il sindaco di Melitopol città caduta nelle mani russe. E che dai russi era stato rapito, per la cui libertà, venne effettuato uno scambio di prigionieri. Francesco, al termine dell'omelia si ferma, e si rivolge a loro. "In questo buio, che voi vivete Signor Sindaco, Signor Parlamentare, Signori Parlamentari. Il buio oscuro della guerra, della crudeltà. Tutti noi preghiamo, preghiamo per voi, con voi questa notte. Preghiamo per tante sofferenze, noi soltanto possiamo darvi, la nostra compagnia, la nostra preghiera. E dirvi, il coraggio. mi accompagna anche dire la cosa più grande, che oggi si celebra Khrystos voskres". Cristo è risorto dice papà in ucraino, poi i battesimi di 5 uomini e donne, quattro vengono dall'Italia, gli altri da Stati Uniti, Albania e Cuba. E l'annuncio, della resurrezione di chi sta tenendo in vita il mondo, verrà ripetuto nella Messa della domenica, alle 10 in Piazza San Pietro, alla quale, seguirà la Benedizione Urbi et Orbi.























