Alla fine Trump riceve un premio per la pace, non è quello che voleva, ma se lo fa andare bene. Finge sorpresa anche se tutti sapevano che lo avrebbe ricevuto, visto che è stato ideato praticamente su misura per lui. Ed è l'amico Infantino a consegnarglielo riconoscendo a Trump il merito di aver mediato la pace in diverse parti del mondo. Il presidente della FIFA è stato alla Casa Bianca una mezza dozzina di volte e ha persino accompagnato il presidente americano a Il Cairo per la firma dell'accordo sulla Striscia di Gaza. I due sono molto legati e lo saranno sempre di più quando la Coppa del Mondo toccherà Stati Uniti, Messico e Canada. Il presidente Trump è stato direttamente coinvolto nella pianificazione e sta sfruttando la competizione per fare pressione sui sindaci e governatori delle città e degli Stati contrari alle politiche del presidente. Le città ospitanti sono state annunciate a maggio 2022, più di quattro anni prima del calcio di inizio del torneo. Hanno investito tempo e denaro nella preparazione dell'evento con miglioramenti alle infrastrutture, piani per la sicurezza, e complicate strategie messe a punto per accogliere milioni di per penetrare in quelle città a guida democratica che fanno resistenza alle politiche dell'amministrazione. Dall'invio della Guardia Nazionale ai raid anti-immigrazione degli agenti federali alla stretta nelle politiche di contrasto alla criminalità. Minacciare di togliere ad alcune di queste città la possibilità di ospitare i mondiali è un potente strumento di pressione, ma potrebbe essere un'arma a doppio taglio. I tifosi potrebbero decidere di rinunciare a acquistare i biglietti, risparmiando migliaia di dollari, di fronte al rischio di un match che potrebbe cambiare sede all'improvviso. Cristiana Mancini, Set di 24.























