Ascoltata la sua storia sorge una domanda: perché restare? Ghenadie Ciorba è stato Ministro della Comunicazione e dei Mass Media nella sedicente Repubblica della Transnistria occupata dai russi, dal 2013 al 2015. Poi il Governo è cambiato e lui ha accolto il nuovo Presidente con un post. "Vi verrà da ridere a sentire di cosa sono stato accusato, ossia di pubblica ingiuria ai danni del Presidente e di aver istigato azioni estremiste nelle masse. L'ingiuria nei confronti del Presidente è un post in cui scrivo: il conte Krasnoselsky. Il post che ironizza sulle nobili origini del nuovo arrivato gli è costato il carcere, con diverse accuse. 3 anni e 3 mesi di condanna che sta finendo di scontare con la condizionale. "In totale ho trascorso in carcere 13 mesi, di cui 10 in isolamento non avendo la possibilità di vedere nessuno. Hanno truccato i risultati delle indagini e questa causa penale è stata fabbricata a partire da dei falsi. La cosa più importante è che in Transnistria, se ricevono l'ordine di chiudere qualcuno in carcere anche se non ha fatto nulla fabbricano le prove". Gli abitanti della Transnistria, eccola oltre il fiume, non ne possono più ci racconta. Da 30 anni nulla è riconosciuto: documenti, targhe, titoli di studio. Lo stipendio medio è di 50 euro al mese, l'economia si basa sul contrabbando, ci racconta. Come conferma l'ex Ministro per la Reintegrazione. "Oh, sì, è corrotto. Si fanno soldi con il contrabbando e il contrabbando va di pari passo con la corruzione. La Transnistria rappresenta una delle maggiori minacce alla sicurezza nazionale moldava, non solo da un punto di vista militare ma anche per la corruzione che troviamo qui a Chisinau e che deriva dai soldi guadagnati attraverso il contrabbando". E allora -ci si chiede- perché restare? "Tutto quello che potevano farmi me lo hanno già fatto. Potrebbero solo eliminarmi fisicamente, però dopo che gli Stati Uniti e l'OSCE si sono esposti per me nessuno lo farà. La mia risposta è: non me ne voglio andare, sono nato e cresciuto qui e voglio che i miei figli crescano qui".























