Il rapporto tra web e politica: opportunità o trappola

26 gen 2023
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Legame mortale o grande opportunità democratica, il dilemma certo non può essere risolto oggi, ma mentre si cerca la risposta, il nodo gordiano è ancora ben stretto e il problema della relazione tra web e politica diventa sempre più pressante, perché è vero, chi sceglie l'interpretazione più ottimistica, non può non ricordare che è solo il web ad aver permesso alle piazze iraniane di riempirsi di manifestanti, dopo la morte di Mahsa Amini. E anche Hong Kong, che chiede democrazia, inventa modi sempre più creativi per portare avanti le sue istanze, è un esempio che fa riflettere. Discorso più complesso per le primavere arabe, che dalla Tunisia si sono propagate come un incendio in tutti i paesi dell'area. In quel caso il web è stato strumento di comunicazione, ma anche di un grande equivoco, perché chi accedeva al web era un giovane istruito e tendenzialmente cosmopolita, una minoranza rispetto alle masse che scendevano in strada, spesso per altri motivi. E se Tony Blair e l'uomo che addirittura con gli SMS elettorali ha compreso il potenziale dei cosiddetti new media. È stato Barack Obama, soprattutto nel suo primo mandato, a far diventare i social un pilastro della sua comunicazione, con l'ineguagliabile "Yes we can". Come ogni fenomeno, fanno nota dei critici, c'è però un lato oscuro. A partire dal Russiagate, l'inchiesta ancora in corso sulle influenze russe nella campagna elettorale del 2016. Le indagini hanno dimostrato come la rete, grazie a un'attenta campagna di disinformazione, possa orientare l'elettorato e non si può non citare il cosiddetto Pizzagate, rilanciato proprio nello stesso anno, per dimostrare l'esistenza di una rete pedofila mondiale, falsità che si sono innestate e hanno alimentato il delirio complottista di QAnon. Si può rispondere che grazie ad Assange e i suoi leaks si sono scoperti gli orrori e gli abusi americani in Iraq e che Edward Snowden, ha denunciato le violazioni della privacy da parte del governo USA anche se, al di là del controverso profilo processuale, su entrambi i personaggi si possono appuntare molte riserve. Insomma il dibattito prosegue, nel frattempo colossi come Elon Musk si impossessano di Twitter, per difendere la libertà di espressione, sostiene e mentre il Mark Zuckerberg, deve misurarsi con le accuse sui contenuti diffusi su Facebook, Volodymyr Zelens'kyj grazie ai suoi messaggi postati in rete, da goffo neofita della politica, si trasforma in eroe.

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