Inchiesta di The Intercept sulla condanna dell'ex Presidente "Lula" da Silva ha spinto la Polizia brasiliana ad aprire delle indagini. Una vicenda fatta di luci e ombre che ha al centro la figura di Sergio Moro ex giudice e attuale Ministro della giustizia. È lui il protagonista del terremoto politico che sta scuotendo il Brasile, uomo simbolo della lotta alla corruzione. Ora è sospettato di aver orientato le indagini dell'inchiesta Lava Jato, la Mani Pulite verde oro che ha portato alla condanna di Lula a 9 anni di carcere per corruzione e riciclaggio. Lo scandalo è scoppiato dopo che il portale di giornalismo investigativo The Intercept ha pubblicato alcuni messaggi inviati fra il 2015 il 2018 dall'allora giudice Moro e dal coordinatore della task force della Lava Jato. Dal dialogo tra i due risulta un lavoro congiunto tra pubblica accusa e giudice per mettere fuori gioco l'ex leader del Partito dei Lavoratori e impedirgli di correre nelle elezioni del 2018 che hanno incoronato Presidente Bolsonaro e il giornale d'inchiesta avverte "È solo l'inizio". Quattro indagini sono state aperte dalla Polizia federale per fare luce su queste conversazioni che mettono in discussione l'imparzialità di Moro. Il Ministro della giustizia, che ha ricevuto l'appoggio del Presidente Bolsonaro, si difende, "Nessuna anomalia" ha detto. Ombre, però, che riaccendono il dibattito sulla libertà di Lula, in carcere dall'aprile dello scorso anno. Nelle prossime settimane il Supremo Tribunale del Brasile, esaminerà due ricorsi che potrebbero avere, come esito finale, proprio la sua scarcerazione. "È stata una persecuzione politica ideata per far ritirare l'ex Presidente dalle elezioni dell'anno scorso", ha detto uno dei suoi avvocati, ma è lo stesso Lula a lanciare un messaggio sui social "La verità si ammala, ma non muore mai".