Un corteo iniziato in maniera pacifica ma presto degenerato in scontri con la polizia e atti di vandalismo. Mentre la Riforma delle Pensioni continua il percorso parlamentare, una parte della Francia continua a opporsi. E lo fà scendendo in piazza, con una sesta giornata di sciopero nazionale che ha visto una partecipazione più alta del previsto, tale da spingere le autorità a dividere in due il corteo di Parigi. La chiamata dei Sindacati per questa sesta giornata di sciopero nazionale è stata particolarmente forte perché? Perché sono i giorni decisivi per la discussione al Senato che sta per concludersi prima che la riforma passi di nuovo all'Assemblea Nazionale. L'aspetto su cui Governo e le parti della Sinistra ma anche dell'estrema Destra devono cercare di trovare un compromesso è in particolare lo slittamento dell'età minima legale per la riforma completa dagli attuali 62 anni, a 64 anni. Improbabile che nonostante l'enorme movimentazione sindacale il Governo decida di fare un passo indietro sull'avanzamento dell'età legale per la pensione, un punto a cui Macron aveva dedicato ampio spazio durante la campagna elettorale per il secondo mandato. E' un nodo talmente centrale che i Deputati del Partito Presidenziale che dovessero non votare a favore della riforma sono stati avvertiti che saranno esclusi dal gruppo parlamentare. Anche l'opposizione però sembra motivata a resistere, gli scioperi dei trasporti dei gruppi petroliferi tra cui Total sono confermati per la giornata di mercoledì e un nuovo sciopero nazionale è atteso sabato poco prima del termine della discussione in Senato. Il Governo però potrebbe sempre scegliere di andare avanti al di là delle opposizioni, glielo consente l'articolo 49.3 della Costituzione procedura legislativa che permette all'esecutivo di imporre un progetto di legge senza il voto parlamentare. L'ipotesi di un referendum popolare sulla riforma invece è stato fino ad ora scartata.