Una elezione rubata. Ormai da giorni la sinistra francese accusa Macron di aver compiuto un colpo di mano una forzatura contraria alla democrazia nominando Michel Barnier aa primo ministro. Prevedibile dato che proprio il Nuovo Fronte Popolare che riunisce socialisti, ecologisti, comunisti e la sinistra radicale di Melanchon arrivato in testa alle elezioni legislative di luglio, ma sembra ad oggi restare l'unico escluso dalla nuova maggioranza in formazione al Parlamento. Auto escluso in parte perché il nuovo premier ha formalmente esteso l'invito a contribuire a tutte le forze politiche moderate per evitare che il suo venga etichetto come un governo di destra o peggio ancora un governo di destra pilotato nella ombra da Rassemblement National di Le Pen e Bardella i cui voti a favore sono, essi si, fondamentali per evitare una mozione di sfiducia in aula. Resta il fatto che la decisione dell' Eliseo che va in direzione diversa rispetto alla consuetudine che vuole un primo ministro espressione della forza politica vincitrice alle elezioni diventa ora l'arma principale della sinistra. Si intende fare un'opposizione feroce a cominciare dalla piazza. In decine di migliaia hanno partecipato sabato alle manifestazioni a Parigi ma anche in altre decine di città francesi. Tantissimi i cartelli per chiedere le dimissioni del Presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Intanto, il nuovo primo ministro Michelle Barnier è impegnato nei suoi primi spostamenti sul territorio e si è detto sotto la sorveglianza democratica di tutti i francesi, rifiutando l'ipotesi di un colpo di mano da parte di Macron ed estendendo ancora una volta l'invito alla sinistra moderata per un confronto sulla squadra di governo. La ricerca continua.