Emmanuel Macron si inchina al dolore delle famiglie dei soldati morti per la Francia, in quella che ha definito: “la dura lotta contro il terrorismo nel Sahel”. Lunedì notte, due elicotteri da combattimento si sono, infatti, scontrati mentre erano impegnati in un'operazione contro le milizie jihadiste, nel Nord del Mali. La missione, denominata Barkhane, è stata dispiegata nell'area per arginare proprio l'azione degli estremisti islamici che operano nella Regione subsahariana. Il bilancio dell'incidente è gravissimo, 13 militari morti, una strage che rappresenta il più pesante tributo pagato dall'esercito francese, dopo l'attentato di Drakkar a Beirut nell'83. 38 in totale il numero di soldati francesi uccisi in Mali, dall'inizio dell'intervento nel 2013 e malgrado le forze messe in campo, l'insicurezza nell'aria, però, si inasprisce e rischia di espandersi verso altri paesi della Regione. Se infatti nel 2012 le attività dei terroristi erano concentrate solamente nel nord del Mali, nel bacino del lago Ciad, da qualche anno le attività dei gruppi armati hanno colpito anche altre aree. Un bilancio pesante, dunque, da presentare in patria per l'esecutivo francese per lo stesso Macrom, che ha, comunque, già sottolineato il suo ringraziamento per la determinazione dei soldati francesi a continuare la missione nel Sahel.