Il timore era che Putin potesse ottenere molto offrendo poco in cambio, ha ottenuto molto senza offrire praticamente nulla. Prende tempo, evita sanzioni aggiuntive e soprattutto torna prepotentemente sulla scena internazionale, riabilitato da Trump dopo anni di ostracismo. Il vertice di Ancorage sarà ricordato per il come più che per il cosa, tanta scenografia pochi risultati. Accoglienza in pompa magna riservata a un dittatore, dicono i democratici, i sorrisi, il tappeto rosso, il saluto dei bombardieri, fra Putin e Trump è tutto un chiamarsi per nome. Donald invita Vladimir sulla sua auto e rinuncia persino all'abitudine di rispondere alle domande dei giornalisti. Putin ricambia la calorosa accoglienza affermando che "Se Trump fosse stato Presidente lui non avrebbe mai invaso l'Ucraina". Il Presidente russo invita quello americano a Mosca, ma dopo tre ore di trattative accetta solo di trattare ancora. "Bisogna affrontare le cause alla radice della crisi ucraina" dice un vecchio ritornello che nasconde richieste già giudicate irricevibili, tanto da Kiev quanto dall'Europa. A nulla è servito allargare il faccia a faccia ai collaboratori più stretti. Chi temeva che Trump si sarebbe lasciato ammaliare da Putin, ora ha più di un motivo per sostenere che aveva ragione. È stato un incontro da 10, dice il Presidente. . Dopo l'incontro il Presidente si sbottona un po' su Fox News, "Siamo vicini a un accordo, dice e se fossi Zelensky lo accetterei". Si parla di un incontro a tre già la prossima settimana, ma per ora sono solo parole. Il Leader ucraino potrebbe trovarsi davanti una bozza di intesa irricevibile e se dovesse rifiutarla, Trump potrebbe addossargli la responsabilità del fallimento, rischiamo di tonare al punto di partenza in un certo senso. A pochi chilometri dal luogo del vertice, un gruppo di manifestanti è sceso in piazza per protestare contro il Presidente russo. Sul prato hanno steso un'enorme bandiera ucraina, chissà se Putin dal suo aereo è riuscito a vederla. .























