Per 32 anni Suharto è stato il dittatore al potere in Indonesia. In questo video, condiviso sui social alla vigilia delle nuove elezioni, si sente la sua voce invitare gli spettatori a votare il suo partito. Piccolo particolare: è tutto falso. Il video, con milioni di visualizzazioni, è stato creato con sistemi di intelligenza artificiale accessibili a tutti. Un falso tutto sommato facile da individuare, considerato che Suharto è morto nel 2008, ma significativo per vedere la terza democrazia più grande al mondo alle prese con la sua prima campagna elettorale nell’era dell’AI generativa. Nel più grande Paese a maggioranza musulmana al mondo, il 14 febbraio quasi 205 milioni di cittadini vanno alle urne per eleggere il nuovo Presidente e 20.000 rappresentanti a vari livelli. Il voto chiude il decennio della presidenza di Joko Widodo, chiamato Jokowi. In testa nei sondaggi il Ministro della Difesa, il 72enne Prabowo Subianto, genero dell’ex dittatore. Insieme a lui, come vice, c’è il figlio del Presidente uscente. Un ticket che ha deciso di puntare sull’AI in questa campagna elettorale, costruendo addirittura una piattaforma e invitando gli utenti a giocare con gli avatar dei due candidati. Un modo per ripulire e addolcire l’immagine di un candidato che, in passato, è stato accusato del rapimento di militanti e altre violazioni di diritti umani quando era un comandante militare sotto la dittatura del suocero. Altro candidato è Anies Baswedan, ex governatore di Giacarta. Ha raccolto milioni di visualizzazioni un suo video in cui sembra parlare in arabo: immagini vere ma voce modificata con l’AI per far apparire il candidato a suo agio con una lingua diversa dalla sua. Baswedan e un altro candidato hanno anche lanciato un bot WhatsApp che risponde alle domande degli utenti. Il canale è stato chiuso però dopo alcuni test fallimentari: dava risposte false. Insomma, una campagna elettorale all’insegna dell’intelligenza artificiale. Con episodi che, in parte, abbiamo già visto in altri Paesi, ad esempio le telefonate con la voce di un falso Joe Biden agli elettori USA, in parte vedremo, nell’anno in cui metà della popolazione mondiale va al voto. Con i fact checker al lavoro, quasi sempre dopo che un contenuto è diventato virale e le big tech, impossibilitate a garantire il rischio zero.