L'annuncio arriva alla vigilia di 3 giorni di annunciate manifestazioni nazionali, alla fine dell'undicesima settimana di proteste, originate dalla morte di Mahsa Amini, diventate movimento in grado di unire uomini e donne, giovani e anziani, classi sociali e orientamenti politici, campagne e città. L'Iran intero. E' il Procuratore Generale del Paese a parlare, la polizia morale, la forza cui appartengono gli uomini che il 13 settembre scorso avevano arrestato Mahsa, morta poi per le percosse ricevute, 3 giorni dopo viene sciolta. Il Regime però con questa mossa non disconosce certo le sue radici, quel corpo di Polizia infatti era stato fondato soltanto sotto il Presidente Mahmud Ahmadinejad ma evidentemente il Regime, oggi, ritiene di dover dare qualche risposta ai manifestanti. Risposta minima, risposta che sà di propaganda visto che nel frattempo le carceri sono ancora piene, le accuse di torture si moltiplicano e certamente nessuno pensa alla dissoluzione dei Pasdaran o dell'Intelligenza Interna. Così l'opposizione in esilio commenta: "E' indifferente, non cambia nulla, in tempi di rivoluzione e piuttosto l'Occidente deve decidere da che parte sta, se con il popolo o con il Regime". Più ottimista Amnesty International che parla di un primo grande segnale, una prima vittoria per il movimento di protesta ma, sottolinea anche: "Vediamo se lo faranno davvero".























