Arresti, scontri, pestaggi, atenei blindati e lezioni sospese in diverse università. In Iran non si placano le proteste per la morte di Masha Amini, la 22enne deceduta il 16 settembre, tre giorni dopo essere stata arrestata dalla Polizia morale per aver indossato il velo in modo non appropriato. Manifestazioni che vanno avanti da più di 2 settimane e che da diversi giorni sono arrivate anche nelle università del Paese. Proteste infiammate domenica sera dagli scontri con la Polizia davanti ad uno degli atenei più prestigiosi della capitale, l'università tecnologica di Sharif. Nei video postati da alcuni testimoni oculari si vedono i poliziotti in tenuta antisommossa che tentano di disperdere la folla di studenti, si sentono anche diversi colpi. 36 gli studenti fermati, 29 rilasciati, sei trasferiti in carcere che vanno ad aggiungersi ai quasi tremila attivisti arrestati dall'inizio delle proteste. Tra questi anche un'italiana Alessia Piperno, una nota sostenitrice iraniana dei diritti delle donne, Bahareh Hedayat ed altri due reporter. 92 le persone che hanno perso la vita fino ad oggi a causa delle proteste, denunciano le Ong. "La morte della giovane ragazza è un incidente tragico che ha rattristato tutti, ma la giusta reazione non è creare insicurezza" ha scritto la Guida suprema della Repubblica islamica, l'Ayatollah Ali Khamenei che accusa Israele e gli Stati Uniti di fomentare le rivolte. Ma in oltre 100 città del Paese si continua a manifestare.























