Iran, sesto giorno di proteste per Amini: 30 vittime

23 set 2022
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La rabbia per il sesto giorno riempie e travolgere strade di tante città iraniane. Una Ong denuncia decine di vittime e l'uso di pallottole vere. Moltissimi i feriti, centinaia gli arresti mentre donne, per protesta, bruciano i loro hijab o si tagliano i capelli sostenute per la prima volta dagli uomini. Intanto il padre di Mahsa Amini, ragazza morta mentre era sotto la custodia della polizia morale a Teheran, non si dà pace. I medici si sono rifiutati di fargli vedere il corpo della figlia subito dopo la morte. "Stanno mentendo stanno dicendo bugie" ha detto l'uomo. Il corpo di Mahsa, prima del funerale, era completamente avvolto tranne il viso e i piedi su cui c'erano dei lividi. "Non ho idea di cosa le abbiano fatto". Mahsa Amini era stata fermata fuori da una stazione della metropolitana e accusata d'indossare scorrettamente il velo, troppi capelli in vista. Caricata su una camionetta e portata in un commissariato ne è uscita in stato d'incoscienza dopo tre giorni di coma Amini è morta. Testimoni oculari, rimasti anonimi, sostengono che la ragazza sia stata colpita con violenza alla testa e poi sbattuta contro la camionetta. Per i funzionari iraniani Amini è morto per un attacco di cuore ma l'ondata di rabbia e di sdegno è esplosa subito e non si è fermata da venerdì scorso. Il Presidente Raisi ha promesso un'inchiesta. La lotta del regime iraniano contro il cattivo hijab, ossia l'uso non corretto del velo o di altri indumenti obbligatori, inizia nel 1979 con l'avvento della Repubblica islamica che rese l'hijab obbligatorio. La polizia morale, anche detta pattuglia della morte, fu invece creata nel 2005 dal Presidente Ahmadinejad, ad agosto scorso l'attuale Presidente Raisi, un religioso intransigente, ha emesso un decreto che riduce ulteriormente la libertà di vestire delle donne, il ché ha provocato un'impennata di arresti. E non è un caso che Raisi abbia rifiutato un'intervista con la famosa giornalista della CNN Amanpour perchè lei si è rifiutata di indossare il velo. E mentre il Paese è in fiamme il regime fa sfoggio di forza per la commemorazione della guerra contro l'Iraq.

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