Questa donna di 80 anni è la madre del blogger Sattar Beheshti, ucciso in carcere nel 2012 colpevole di aver denunciato gli abusi delle milizie di regime, le sparizioni, i pestaggi, e le torture dei detenuti. Per la prima volta in pubblico da quando è bambina si è tolta il velo mostrando i capelli, simbolo dell'odiato Occidente. Un gesto di protesta diventato virale. Nel filmato l’invito al popolo iraniano di fare altrettanto, mentre stringe tra le mani la foto del figlio morto. Forme di ribellione al regime che sempre di più bucano la censura, varcando i confini del Paese. Come il caso della campionessa di arrampicata Elnaz Rekabi, che ha gareggiato senza indossare il velo ai campionati di Seul. È rientrata in Patria accolta come un'eroina da centinaia di persone. Ufficialmente è tornata sana e salva ma ancora si teme per la sua sorte. Non è il primo caso di un'atleta iraniana finita nel mirino del regime. C'è chi per salire sul ring ha sfidato tutto quello che il suo Paese le impone. Sadaf Khadem, classe 1995, è stata la prima iraniana a partecipare e vincere un incontro internazionale di boxe nell’aprile del 2019, in Francia. Da allora è in esilio, lei e il suo coach. Per le strade continuano le manifestazioni e i disordini scoppiati per la morte di Mahsa Amini, la 22enne uccisa perché indossava scorrettamente il velo.