Tra Irlanda e Irlanda del Nord c'è una linea di 499 km che segna un confine ma non è una frontiera. Nonostante la Brexit questa linea è rimasta un confine aperto senza barriere per il timore che le barriere possano scatenare nuove violenze come quelle che hanno segnato la storia dell' Ulster nella seconda metà del 900. Senza barriere vuol dire senza dogane, l'Irlanda del Nord cioè è rimasta a far parte dell'area commerciale europea anche se questo ha generato un intricata serie di questioni burocratiche e commerciali volte a impedire che beni e merci del Regno Unito potessero entrare nell'Unione Europea con prezzi da concorrenza sleale, con l'ulteriore conseguenza di pesanti ripercussioni sulla vita pratica dei cittadini dell'Ulster. Tanto che per definire la questione è servito un ulteriore accordo siglato nel marzo del 2023, tre anni dopo l'entrata in vigore della Brexit. Con queste nuove regole sono state create due corsie: una verde e una rossa, quella verde è diventata la corsia preferenziale per il trasporto di merci destinate esclusivamente all'Ulster con controlli e burocrazia ridotti. Sulla rossa invece passano le merci destinate all' Irlanda, soggette alle norme e ai controlli comunitari. Il corridoio verde era uno dei cavalli di battaglia del partito unionista che adesso ha vincolato il via libera definitivo al Governo con il partito Repubblicano al varo di un'ulteriore legge che tuteli il commercio interno tra l'Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito.