Sono giorni decisivi in Israele, i leader degli otto partiti, parte dell'accordo di coalizione sono già al lavoro, mentre comincia nel Paese, la nuova settimana. L'anello debole è il partito di Naftali Bennett, il politico che presto, potrebbe essere Premier, ma che deve nel frattempo tenersi stretti i deputati più scettici, per difendere quei 61 seggi su 120, che garantiranno, la fiducia nel voto al Parlamento, forse mercoledì. Ed è proprio dalle fila del movimento di Bennet, Yamina, che arrivano segnali preoccupanti: una deputata ha chiesto maggiore protezione, a causa di minacce ricevute negli ultimi giorni. La nascita di questo Governo variegato, in cui siedono movimenti della Destra Nazionalista, assieme a centristi e alla sinistra e, questa la novità, un partito arabo-israeliano islamista, solleva infatti, tensioni e polarizza oltremodo il discorso politico. Un gruppo di rabbini, ha chiesto ai propri fedeli in una lettera, di fare il possibile per evitare la nascita dell'esecutivo. Quest'atmosfera ha prodotto il raro intervento del capo dello Shin Bet, i servizi segreti interni. Nadav Argaman ha lanciato un allarme, preoccupato dall'aumento dei messaggi che incitano all'odio, sui social media e che potrebbero essere interpretati come un'autorizzazione ad atti violenti, ha detto. Il Premier uscente Netanyahu, ha subito dopo condannato, istigazione e violenza da qualsiasi parte provengano, ma è anche tornato a parlare di truffa elettorale a suo danno. A complicare una settimana già delicata, ci sono anche nuove tensioni a Gerusalemme: l'arresto di una nota attivista, contro gli sfratti nei quartieri arabi e l'annuncio da parte di organizzazioni nazionalistiche ebraiche, per giovedì, della stessa marcia cancellata all'ultimo momento un mese fa, nel pieno degli scontri attorno ai luoghi sacri e poco prima dello scoppio del conflitto a Gaza.