La misura è colma ma soprattutto lo spazio è finito. La annunciata offensiva israeliana su Rafah, la città più a sud di Gaza dove si sono rifugiati circa un milione e 400mila palestinesi scappati dal resto della Striscia, incontra l'opposizione unanime della comunità internazionale. Dopo aver ordinato evacuazioni successive da Gaza City, da Khan Younis e dal resto della Striscia, Israele e il Governo Netanyahu dicono adesso di voler attaccare Rafah per distruggere gli ultimi quattro battaglioni di Hamas che sarebbero lì, asserragliati. Per questo, il Governo ha ordinato all'esercito di preparare un ulteriore piano di evacuazione forzata dalla città sulla quale si sono già abbattuti nella notte i bombardamenti israeliani con distruzione e vittime civili. Questo, mentre già si combatte per le strade della vicina Khan Younis. Il problema è che per questi profughi non c'è più posto. Oltre Rafah, c'è solo il Valico con l'Egitto che non ha alcuna intenzione di accogliere milioni di palestinesi e anzi, ha rafforzato le misure di sicurezza per non farli entrare. La condanna alla decisione israeliana è multilaterale: dall'ONU, all'Unione Europea per finire con gli Stati Uniti. Mentre per il Presidente della ANP Abu Mazen, la decisione di Netanyahu punta semplicemente a cacciare il popolo palestinese dalla sua terra. Di catastrofe e massacro annunciato, parlano importanti ONG come Medici Senza Frontiere e gli Human Rights Watch. L'UNICEF avverte che solo a Rafah sono accampati oltre 600mila bambini. Per Hamas, l'offensiva potrebbe provocare altre decine di migliaia di morti e feriti che si aggiungerebbero agli oltre 27mila morti di questi mesi di guerra. Ma nulla sembra poter fermare Israele nell'intento di eliminare Hamas, posto che l'obiettivo sia realmente raggiungibile. Le manifestazioni di chi contesta la guerra vengono infatti disperse dalla polizia, mentre vengono tollerati gli accampamenti dei coloni che vogliono impedire l'ingresso dei pochi aiuti umanitari a Gaza. Per i milioni di abitanti della Striscia, sembra non esserci alcuna pietà: senza acqua luce, acqua, cibo ed un testo da mesi, adesso non si capisce più neanche dove dovrebbero andare a rifugiarsi.