Haifa, sabato sera. Migliaia di persone in strada ed una richiesta unanime. Libertà per gli ostaggi ed elezioni anticipate, le stesse elezioni che Benjamin Netanyhau si rifiuta di indire sapendo che difficilmente potrà sopravvivere politicamente al disastro del conflitto con Hamas. Ma per i familiari delle persone ancora nascoste nei tunnel che percorrono il sottosuolo di Gaza, la rabbia per l'assenza di risultati sfocia da tempo in aperte ostilità nei confronti del premier; mentre la prossima settimana volerà a Il Cairo, il capo della CIA William Burns è in missione per ulteriori trattative per il rilascio degli ostaggi israeliani. Intanto, non è solo Haifa a scendere in strada, ma anche in diverse altre parti del paese sale la protesta contro Netanyahu ed il suo governo di estrema destra. I membri del gabinetto di guerra israeliani avrebbero dunque deciso di elaborare una risposta alla proposta di Hamas per un accordo sulla liberazione degli ostaggi dopo aver respinto le richieste del Movimento Islamista, richieste che proprio Netanyahu aveva bollato come deliranti lasciando che l'esercito proseguisse nell'offensiva che ha trasformato Gaza, secondo quanto affermato dalle Nazioni Unite, in una terra invivibile per gli esseri umani.