Sei corpi di ostaggi recuperati dentro un tunnel a Rafah, a pochi chilometri da dove era stato estratto vivo un ostaggio circa una settimana fa. Secondo l'autopsia erano vivi fino a massimo 48 ore prima, uccisi presumibilmente con colpi di arma da fuoco dai propri guardiani, 3 di loro sarebbero stati essere dovuti liberati qualora le ultime trattative per il cessate il fuoco fossero andate in porto. Scatta l'ira delle famiglie con due di loro che si rifiutano di raccogliere le condoglianze telefoniche del primo ministro Netanyahu, Il quale in un discorso alla nazione ha giurato vendetta contro Hamas, accusando il gruppo di essere responsabile della loro morte per non aver accettato le condizioni del cessate il fuoco e ribadisce, "non cederemo sulla nostra richiesta di restare con l'esercito nel corridoio di Philadelphi, uno dei maggiori punti di conflitto nelle trattative. Hamas dal canto suo rivolge le medesime accuse, non solo al Governo israeliano ma anche a quello americano, vista la presenza di un ostaggio con doppia nazionalità, tre morti. Due manifestazioni una a Gerusalemme e una Tel Aviv riempiono le piazze, decine di migliaia le persone in strada per chiedere un accordo per la liberazione degli ostaggi, sindacati, municipalità ed imprese hanno indetto uno sciopero generale, l'aeroporto di Ben Gurion dalle 8 del mattino sospenderà tutti i voli in entrata ed in uscita a tempo indefinito, in solidarietà con le famiglie.