Pesanti raid nel Nord della Striscia di Gaza, attacchi aerei nella parte Est di Rafah, vicino al confine con l'Egitto, blindati israeliani che avanzano a Sud-Est di Deir el Balah, zona centrale dell'enclave palestinese. È iniziata così, venerdì notte, quella che Israele ha definito "prima fase" dell'operazione "Carri di Gedeone", il piano approvato il 5 maggio, all'unanimità, dal Gabinetto di Sicurezza israeliano che ha l'obiettivo non solo di espandere le operazioni militari a Gaza, ma soprattutto di occupare i territori conquistati. Per intenderci, quella "massiccia invasione" di cui parlava Benjamin Netanyahu, già programmata se non si fosse raggiunto un accordo con Hamas entro la fine della visita di Donald Trump in regione. Ora, i funzionari di Hamas riferiscono che sarebbe iniziato un nuovo ciclo di colloqui a Doha, nella capitale del Qatar, dove si trova anche una delegazione israeliana e le parti starebbero discutendo di tutte le questioni senza condizioni preliminari. Un cambio di posizione, quello del gruppo islamista palestinese, dovuto, dice il Ministro della Difesa israeliano Israel Katz, alla pressione militare delle ultime ore. Intanto però, mentre la diplomazia è al lavoro, centinaia di civili sono in fuga da bombe ed esplosioni e le vittime da venerdì notte hanno superato già le 150 persone. Da Baghdad, in Iraq, dove sabato si è tenuto il 34esimo vertice della Lega Araba, arriva un appello corale alla comunità internazionale per premere su Israele affinché cessi subito il fuoco a Gaza e perché gli aiuti Diglio Sky TG 24 Beirut. .