I farmaci usati da milioni di persone all'improvviso fuori commercio in Italia. Era il rischio che preoccupava produttori e farmacisti, e che grazie ad una nuova deroga, è stato scampato proprio a pochi giorni di distanza dal termine ultimo. Il nostro Paese è infatti l'unico rimasto, oltre alla Grecia, a non essersi ancora adeguato alle nuove norme europee sulla tracciatura dei medicinali. Regole che in tutti gli altri Stati membri sono entrati in vigore nel 2019. Mentre all'Italia, che aveva da poco adottato un suo metodo di tracciamento nazionale, era stato concesso un periodo di adeguamento di sei anni. Con l'introduzione del nuovo modello, tre saranno le novità principali: un codice a barre bidimensionale stampato su ogni scatola dei farmaci, la creazione di un archivio nazionale collegato a quello europeo e un sistema per prevenire le manomissioni delle confezioni. L'effetto della misura non sarà visibile immediatamente. Aziende e farmacie in Italia avranno infatti due anni di tempo ulteriori, fino a febbraio 2027, per adottare gradualmente le nuove indicazioni del Ministero della Salute. Lo stabilisce un decreto legislativo, varato dal Consiglio dei Ministri, per adeguare la normativa italiana a quella europea. Con questo sistema l'UE mira a contrastare la circolazione di medicinali contraffatti, cioè farmaci falsificati con componenti di scarsa qualità o presenti in dosaggio sbagliato, che vengono spacciati però per autentici. Nel 2017, alle frontiere dell'Unione, ne sono stati sequestrati per un valore di circa 7 milioni di euro. .