È giovane, cresciuto nell'America profonda e ha fatto tutto da solo. James David Vance, detto J.D., si presenta così sul palco della convention repubblicana. Conservatore, tradizionalista, senza gli estremismi fatti intravedere in passato. Il 39venne, diventato senatore in Ohio, appena due anni fa, è già in corsa per diventare vicepresidente degli Stati Uniti. Anzi di più, vice di Donald Trump, che dall'alto osserva e applaude. Sottolinea che non dimenticherà da dove viene, sciorina quindi la retorica della classe media e operaia del Midwest, guarda caso cruciale per conquistare la Casa Bianca. Evoca l'adolescenza difficile e il riscatto personale, presentando orgogliosamente la madre come sobria da un decennio. Invece dell'unità nazionale, richiama all'unità il popolo repubblicano per vincere le elezioni. Parla di ricostruire in America fabbriche con lavoratori e prodotti americani, di fermare quelli cinesi, aumentare l'estrazione di petrolio, mandare soldati all'estero solo quando serve, a patto che gli alleati contribuiscano alle spese. Senza nominare Ucraina, Medio Oriente o aborto. "È lui il futuro del movimento per fare l'America ancora grande? La risposta di Milwaukee è un boato di approvazione". Il clima è euforico. La vittoria a novembre, qui, la sentono già in tasca.