Kabul un anno dopo, le donne hanno perso i diritti

Il primo appuntamento è con Julia Parsi, attivista dei diritti delle donne afghane, il luogo prescelto in un bar a Karte Char poi l'attesa, una serie di rinvii, altri 10 minuti ci viene ripetuto, poi cambio di programma, incontro in una località sicura che non possiamo riprendere. Essere donna in Afghanistan non è mai stato facile ma oggi, con i talebani al potere, è perfino difficile incontrarle; in teoria non è proibito ma la paura e la tensione sono chiaramente percepibili, Julia è una donna forte che si oppone in tutti i modi al nuovo Emirato, alle nuove regole che impediscono alle donne l'accesso alla vita pubblica. Lei ha perso il lavoro, i figli non possono proseguire i loro corsi di studi, è per questo che è determinata a scendere di nuovo in piazza per protestare insieme ad altre temerarie. Le sue parole però sono soprattutto un atto d'accusa nei confronti degli occidentali, un atto d'accusa che non ammette repliche: avete tradito le donne afghane, dice senza battere ciglio. "L'Afghanistan è un paese isolato ma ha diverse agenzie dell'ONU che operano qua in particolare UNAMA, voi avete chiesto il sostegno della comunità internazionale. Qual è stata la loro risposta?". Un'altra attivista è l'ex giornalista della ... abbiamo le stesse difficoltà e un appuntamento civetta per strada. Ci conferma che anche lei scenderà in piazza per chiedere di cambiare le regole, anche lei ha perso il lavoro a causa dell'Emirato e non vede un futuro per il suo paese e punta di nuovo il dito contro la comunità internazionale e in particolare contro l'Occidente perché ha abbandonato le donne afghane, ma non si arrende e alza l'asticella. Come potete vedere, per le strade di Kabul, la presenza delle donne non è particolarmente visibile e ancora meno sono quelle che indossano il burqa tutte, o la maggior parte di loro, preferisce invece l'hijab e mostrare il volto ben curato e truccato, come a ribadire la propria identità e il proprio orgoglio di essere donne. Si, essere donna è difficile in Afghanistan ed è difficile incontrarle ma se c'è una speranza di cambiamento è proprio in queste donne dall'aspetto gentile e dure come l'acciaio.