La Russia ha mandato bambini ucraini sottratti alle famiglie durante l'occupazione in centri estivi in Corea del Nord per essere rieducati. La denuncia è del Difensore Civico per i Diritti Umani in Ucraina Dmytro Lubinets. Lubinets ha raccolto testimonianze con il Centro Regionale per i Diritti Umani in Ucraina, un'associazione di avvocati e attivisti, nata a Sebastopoli nel 2013 dopo l'occupazione della Crimea. Dai documenti emerge una rete di 165, centri campi di rieducazione, dove i bambini ucraini, secondo i dati raccolti da Kiev e condivisi con l'UNHCR, sarebbero rieducati. Sono circa 20000 i minori sottratti alle famiglie ucraine durante l'avanzata russa, di questi solo 1600 sono tornati all'abbraccio delle loro famiglie. I centri sono stati localizzati in territorio ucraino occupato in Bielorussia e in Russia e ora dalle testimonianze raccolte. Anche in Corea del Nord. Il sodalizio tra Mosca e Pyongyang, fatto di supporto militare ed economico, comprende ora anche, la rieducazione dei bambini ucraini rimasti soli o sottratti nell'avanzata dei territori di Kiev. Per il rilascio dei bambini ucraini e il ritorno in patria dei prigionieri, il pressing del Cardinal Matteo Zuppi nella missione permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha prodotto una risoluzione dell'Assemblea non vincolante. Che intima alla Russia, il ritorno immediato, sicuro e incondizionato di tutti i bambini ucraini che sono stati trasferiti o deportati con la forza, sollecitando Mosca a cessare qualsiasi ulteriore pratica di deportazione e separazione dalle famiglie, cambio di cittadinanza, adozione o affidamento in famiglie affidatarie ed infine, indottrinamento. .























