È grazie al nostro arsenale nucleare ottenuto con grandi sacrifici e determinazione che non ci saranno più guerre. Così rispolverando il vecchio concetto della deterrenza che in passato ha mantenuto in effetti in equilibrio le grandi superpotenze, il leader nordcoreano Kim Jong-un tornato negli ultimi giorni visibile e apparentemente in forma, ha ieri celebrato in grande pompa tra fuochi d'artificio e sfilate militari il 67° anniversario della Guerra di Corea, e questo nonostante da qualche giorno il Paese sia di nuovo in stretto lockdown a causa del primo contagiato Covid registrato ufficialmente. Un ex disertore, sembra, scappato anni fa al sud e poi rientrato, incredibilmente sempre clandestinamente per sfuggire ad un'accusa di stupro. Una vicenda che in realtà ha molto del rocambolesco e che abbonda di sempre nuovi particolari, peraltro non verificabili. Più verificabili invece, riprese in diretta anche da un'agenzia internazionale, sono le immagini di Kim Jong-Un qui ritratto senza mascherina, attorniato dai suoi generali, a ciascuno dei quali ha fatto dono di una delle preziose quanto simboliche pistole Paektu, dal nome del sacro monte alle pendici del quale sarebbe nata la resistenza contro i giapponesi, e il mito del Presidente eterno Kim Il-Sung, nonno dell'attuale leader Kim Jong-Un.