Sono ormai pubbliche le dichiarazioni dei redditi di Donald Trump. Con un colpo a sorpresa, i democratici alla Camera ne hanno autorizzato la diffusione. Si tratta delle dichiarazioni relative agli ultimi sei anni. Un affronto all' ex presidente. Di certo un colpo alla sua campagna elettorale per il 2024. È l'atto finale di una battaglia legale durata diversi anni, durante la quale Trump ha provato con ogni mezzo a bloccare la pubblicazione. Dalle 2700 pagine di documentazione relative alle dichiarazioni tra il 2015 e il 2021, emerge il fatto che Trump abbia pagato pochissime tasse, in particolare nel primo e ultimo anno del suo mandato, denunciando perdite elevate. Nel 2017, quando è entrato in carica, il Tycoon ha addirittura pagato più tasse all'estero che negli Stati Uniti, dove aveva staccato al fisco un assegno di soli 750 dollari. Cifra analoga a quella versata nel 2016. Mentre invece l'ex presidente, che si era impegnato a non proseguire i suoi affari all'estero tramite l'azienda di famiglia durante la presidenza, per evitare conflitti di interesse proprio mentre era la Casa Bianca, ha incassato più di 55milioni di utile lordo da una decina di stranieri. Fra i quali Azerbaijan, Panama, Canada e Qatar e aveva conti anche in Cina, dove nel 2020, avrebbe pagato quasi 200mila dollari di tasse. Migliaia di pagine, da cui emerge anche un Trump allergico alla filantropia, sempre nel 2020 non ha infatti versato neanche un dollaro in beneficenza, pur avendo dichiarato nel 2015, al momento della sua candidatura, di voler donare per intero il salario da presidente pari a 400mila dollari l'anno. Trump ha comunque ostentato sicurezza "Le dichiarazioni dei redditi" ha detto," dimostrano che ho avuto successo e sono stato in grado di usare alcune deduzioni fiscali per creare migliaia di posti di lavoro, magnifiche strutture e imprese.























