La situazione in Ucraina è grave e complicata. Non sta evolvendo nella direzione auspicata dalla Cina che è tuttavia pronta a intervenire per riportare la pace e la ragionevolezza. Così il premier cinese Li Keqiang durante l'annuale conferenza stampa ufficiale probabilmente l'ultima da premier, visto che anche il suo mandato scade il prossimo autunno, tenuta al termine delle cosiddette due sessioni del Parlamento e della Commissione Consultiva del Popolo. Una conferenza stampa in cui si è parlato molto di economia con la conferma della previsione di crescita al 5,5% e l'aumento delle spese militari del 7% e alla quale erano presenti anche alcuni giornalisti stranieri accreditati, sulle cui domande tuttavia, il premier ha glissato: soprattutto quelle riguardanti l'Ucraina. Ufficialmente, la Cina continua dunque ad appoggiare di fatto quella che anche sui media nazionali viene definita un' operazione militare ed insiste nell'attribuire all'Occidente, in particolare alla NATO, la responsabilità di quanto sta avvenendo. Ma qualcosa si muove. Voci di aperto dissenso all'interno dell'ufficio politico permanente del Politburo, di fatto, l'organo supremo del governo del paese, si susseguono mentre l'agenzia Reuters segnala oggi che Pechino avrebbe rifiutato di fornire pezzi di ricambio per la flotta aerea civile di Mosca. Di fatto, aderendo a sanzioni che ufficialmente non ha sottoscritto e che anzi continua a definire sbagliate e pericolose per l'economia mondiale. La Banca Centrale inoltre ha sospeso il meccanismo di controllo dei cambi provocando anche sul mercato cinese il crollo della valuta russa. Il Rublo. Confermato nel frattempo l'invio ufficiale da parte del governo cinese al governo ucraino gli aiuti umanitari per circa un milione di Dollari.