C'è stata una svolta nel lungo caso dei Marò che per oltre 8 anni ha creato una disputa diplomatica tra Italia e India. Il Tribunale arbitrale internazionale dell'Aja ha dato ragione all'Italia, toccherà ai nostri magistrati deliberare sulle sorti dei due fucilieri di Marina: Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il Governo italiano dovrà comunque risarcire l'India per la morte di due pescatori. I fatti in questione risalgono al 15 febbraio del 2012, i due militari italiani erano allora impegnati in una missione di protezione di un mercantile italiano al largo delle coste meridionali dell'India, in un'area considerata a rischio pirateria. Quattro giorni dopo, la giustizia indiana, accusò i due Marò di aver ucciso, a bordo di un peschereccio, due pescatori che gli italiani sostengono di aver scambiato per pirati. I militari furono consegnati alle autorità locali e soltanto nel 2016, dopo la decisione italiana di attivare la procedura di arbitrato internazionale, ai due fucilieri è stato concesso di attendere la sentenza a casa. I giudici hanno oggi riconosciuto l'immunità dei militari, precludendo così all'India l'esercizio della propria giurisdizione nei loro confronti. La tesi dell'Italia, dopo anni di lunghe battaglie ha dunque prevalso: “I nostri due militari, funzionari dello Stato italiano, impegnati nell'esercizio delle loro funzioni sono immuni dalla giustizia straniera” ha scritto in un post su Facebook il Ministro degli esteri Luigi Di Maio, commentando la decisione della Corte internazionale. Lo stesso tribunale ha inoltre deciso che l'Italia dovrà compensare l’India per la perdita di vite umane. I danni fisici, il danno materiale all'imbarcazione e danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell'equipaggio del peschereccio indiano, a bordo del quale morirono due pescatori.