I Gainsbourg e la Edith Piaf non nascono dal nulla. Anche far emergere i talenti musicali francofoni del domani fa parte della strategia di Macron per dare prestigio alla French Touch, l'immagine internazionale della cultura francese. Il Centro Nazionale per la Musica è nato proprio per questo, nel 2020 in piena pandemia, supportare la filiera musicale nazionale. Oggi c'è bisogno di più fondi, però. Ecco perché il Governo ha dato un aut aut alle piattaforme digitali, se entro settembre non riusciranno ad accordarsi per trovare nuove fonti di finanziamento interne, a quel punto sarà il Parlamento a imporre loro un nuovo contributo. Si parla di una tassa dell'1,75% sul totale dei ricavi, per una somma di circa 15-17 centesimi al mese su ciascun abbonamento. Un tesoretto extra di 40 milioni di euro l'anno che molti sindacati del settore vedono di buon occhio, ma che non piace alle piattaforme che dovrebbero finanziarlo, soprattutto alla francese Deezer, che teme di essere svantaggiata rispetto alla principale competitor dal pubblico più internazionale, Spotify. Insomma, secondo Deezer, non serve una nuova tassa. Se l'obiettivo è sostenere gli artisti francesi, anche i meno noti, la controproposta è quella di cambiare il modo in cui vengono retribuiti, pagando in base alla fidelizzazione degli ascoltatori, invece che alla loro importanza in termini assoluti sul mercato. Questa idea basterà al Governo? Lo sapremo a settembre.