La NATO smorza i toni, i membri della Nato invece li tengono alti. Il Segretario Generale dell'Alleanza, Stoltenberg, ha precisato che anche in caso di invasione russa dell'Ucraina la NATO non schiererà soldati e mezzi per difendere il paese aggredito. L'Ucraina, ha detto Stoltenberg, non è un membro, è solo un partner dell'Alleanza Atlantica. Ciò di fatto vuol dire che la NATO non è vincolata a reagire militarmente In caso il Paese venga attaccato. Per l'Ucraina però, ha precisato Stoltenberg, stiamo facendo moltissime cose: stiamo addestrando i loro uomini, forniamo loro mezzi ed attrezzature militari, garantiamo al Paese assistenza logistica. Nelle stesse ore però da Londra arriva la proposta di raddoppiare la presenza militare inglese nei paesi NATO vicini all'Ucraina e sia il Regno Unito che gli Stati Uniti pensano, in caso di invasione russa, a sanzioni durissime che siano in grado di mandare in tilt il sistema finanziario e i principali asset economici della Russia. Operazione non facile anche per il rischio che ci rimettono economicamente gli stessi Paesi che impongono le sanzioni. Washington, anche in queste ore, ha denunciato un aumento di truppe russe lungo il confine ucraino ma Mosca ha ribadito di non avere intenzione di attaccare il Paese. Ha scritto però ufficialmente alla NATO e all'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa di cui fa parte chiedendo: come si concilia l'apertura a far entrare l'Ucraina nella NATO con la promessa fatta che nessun Paese può aumentare la propria sicurezza a danno di quella altrui? Insomma, dicono i russi, l'Ucraina nell'Alleanza Atlantica ci minaccerebbe e ci renderebbe insicuri, dovete evitarlo. Richiesta che l'Europa prenderebbe in considerazione forse, senza proclami ed impegni ufficiali e, specialmente, senza il ricatto e la minaccia di più di 100 mila truppe russe pronte ad entrare in Ucraina.