I movimenti sono decisi e lo sguardo non è mai basso. Quando ti parla, ti guarda sempre dritto negli occhi. Lei è Maria Edgarda Marcucci, la chiamano “Eddi”, ha 28 anni, è nata a Roma, ma vive a Torino, dove ha studiato. E' la prima italiana ad aver fatto parte dello Ypj, l'unità di protezione delle donne curde, una foreign fighters che ha combattuto in Siria contro lo Stato islamico sul campo. “Io sono partita nel settembre 2017 e sono tornata a luglio 2018.” “Cosa hai fatto lì?” “Sono partita con una delegazione civile per fare un reportage e poi ho deciso di fermarmi per unirmi alle Ypj, le unità di protezione delle donne.” “E hai combattuto sul campo?” “Sono stata impiegata nell'operazione di Afrin.” “Hai usato armi?” “Non è una buona idea andare in guerra senza un addestramento militare.” “Quindi hai avuto l'addestramento militare?” “Ho fatto parte di un corpo militare. Quello che ho fatto è stato collocarmi dove pensavo mi si confacesse nel cercare di dare un contributo nella difesa, diciamo, e nella costruzione di questa rivoluzione, dell'esperimento sociale più bello che c'è in questo momento su questo pianeta, una società pluralista, che si costruisce e ruota attorno alla parità di genere, al rispetto della natura, del territorio e delle diversità. Penso sia un sogno realizzato! Adesso si sospende la vendita di armi nella Turchia, ben venga! Dopodiché, rendiamoci anche conto che è tutt'altro che sufficiente come manovra perché fino a ieri armi alla Turchia ne sono state vendute. Io, Jacopo Bindi come civile e Lorenzo Orsetti, invece, sempre come combattente, eravamo ad Afrin quando elicotteri italiani, costruiti in Italia e venduti dall'Italia alla Turchia, supportavano l'aviazione turca e ci sganciavano bombe in testa!”.