La protesta torna in piazza a Hong Kong, scontri e arresti

19 gen 2020
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"Il mondo si occupi di noi". Con questo slogan, sfilando con le bandiere dei paesi occidentali, migliaia di giovani sono tornati per le strade di Hong Kong, sfidando il divieto della polizia. Le autorità locali avevano infatti concesso solo un raduno al Cetol Garden, negando l'autorizzazione per la marcia con la giustificazione che ci sarebbero stati scontri e violenze. Ma per i promotori delle contestazioni scattate 7 mesi fa contro la legge sull'estradizione ora cancellata, questa manifestazione era cruciale per riportare l'attenzione su quanto sta accadendo ad Hong Kong. Il movimento pro-democrazia che continua a chiedere rispetto del sistema dei due stati è un'inchiesta sulle violenze della polizia contro i manifestanti, era dunque pronto agli scontri. Le violenze sono cominciate dopo l'ordine di disperdere la folla. Un gruppo di poliziotti in borghese è stato aggredito da alcuni dimostranti che indossavano maschere e che gli hanno percossi con degli ombrelli. Gli agenti antisommossa sono intervenuti lanciando lacrimogeni proprio per disperdere la folla. Diverse persone sono state arrestate, alcune con i volti insanguinati. "Crediamo che il mondo debba di nuovo concentrare l'attenzione su Hong Kong" spiegano i promotori. Una risposta indiretta a Pechino, che tenta invece di far cancellare le richieste di democrazia dei manifesti dall'agenda internazionale.

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