Allora, ora mi trovo lì, sono al Sud della Striscia di Gaza, una città che si chiama Khan Younis, siamo lontani dal confine di Rafah di quasi 12 chilometri. La situazione qui è gravissima, in tutta la Striscia di Gaza, perché dall'assedio, l'ultimo assedio, che è durato praticamente dal 2 marzo fino ad oggi, sono più di quasi 80 giorni che non sta entrando proprio niente dell'aiuto umanitario, perché sono stati chiusi completamente tutti i valichi. Speriamo che le cose si miglioreranno. Però, veramente, siamo arrivati all'estremismo perché non c'è rimasto niente praticamente per la gente per mangiare. Non sta proprio entrando niente, non c'abbiamo nemmeno l'agricoltura, niente, praticamente, fabbriche perché è stato distrutto tutto, ora siamo arrivati al collasso e non c'è proprio niente, qui non è rimasto niente in tutta Gaza. Soprattutto perché noi, come gazawi, che consumiamo sempre tanto pane, come praticamente un pasto principale per noi, e non si trova la farina, non si trova niente. I prezzi sono alzati tantissimo, per esempio oggi un chilo di farina viene a costare più di 45 euro, un chilo soltanto. È una cosa difficile anche per la popolazione di comprarla, perché stiamo da quasi 18 mesi senza lavoro, senza niente. Poi manca tutto, manca il carburante per muoversi, manca l'elettricità e le comunicazioni sono rarissimi. Noi siamo tutti praticamente contrari a questo piano perché poi obbliga tutti i palestinesi di andarsene ai confini con l'Egitto, a Rafah. Forse ci sarà anche dopo un altro piano di interruzione di tutte queste agevolazione. Sarà, praticamente, una cosa gravissima. Poi, Rafah, una città già distrutta completamente, perché ci sono lì soltanto cumuli di macerie, non c'è altro. Sicuramente c'è tanta gente che vuole andare lì a prendere queste razioni o questo pacco alimentare, perché non c'è nessun'altra possibilità, o vai a prendere quello o muori di fame. Non ti lasciano nessun'altra alternativa. .