Il primo confronto televisivo Kennedy-Nixon ci ha insegnato che nelle campagne presidenziali l'apparenza non è tutto, ma conta eccome. L'analisi più comune su questo dibattito è che Nixon, allora vice presidente, perse le elezioni anche perché sullo schermo sembrava vecchio è stanco, mentre Kennedy, allora senatore del Massachusetts, appariva giovane e vivace. Secondo un sondaggio dell'epoca indicativo, sebbene non del tutto attendibile, chi aveva seguito il dibattito in TV era convinto che Kennedy avesse vinto, mentre chi aveva ascoltato il dibattito via radio dava la vittoria Nixon. A prescindere da come la si pensasse quel il primo dibattito diede a tutti la misura di quanto potente potesse essere il mezzo televisivo e anche per questo che bisognò aspettare diversi anni prima di poter assistere a un altro dibattito. Nel 1976 il presidente Gerald Ford decise di sfidare l'allora governatore della Georgia Jimmy Carter, nel secondo duello tra i due, con Ford in rimonta nei sondaggi il presidente in carica fu il protagonista di uno scivolone, dichiarò che non esisteva un dominio sovietico dell'Europa orientale e che questo non ci sarebbe mai stato sotto un'amministrazione Ford. Il moderatore del New York Times quasi cadde dalla sedia, non è chiaro se sia stata quella gaffe a cambiare l'esito delle elezioni vinte da Carter, ma la ferocia con la quale la stampa si accanì sul presidente, definito goffo, inadatto a governare, ha sicuramente velocizzato il processo. 4 anni più tardi, dopo diversi tentativi di evitare il confronto televisivo con un ex attore considerato brillante e divertente alla fine Carter accettò di dibattere con Ronald Reagan, ebbe la peggio. Frasi brevi e semplici condussero l'ex governatore della California dritto alla vittoria, Reagan ispirava sicurezza e speranza nel futuro e questo pagò in termini di gradimento. Giugno 2024, sfida Trump-Biden, il presidente fa malissimo, inciampa nelle parole sembra privo di forze, è probabilmente il duello televisivo con il maggiore impatto di sempre, Biden è costretto a cedere il posto di candidato alla vicepresidente, ora è il turno di Kamala Harris, anche in TV.
