L'Ungheria è una democrazia illiberale, a dirlo è stato il padrone di casa il presidente Viktor Orban, primo ministro senza interruzioni dal 2010 e prima ancora dal 1998 al 2002. Orban gestisce tutto e tutti, con la riforma costituzionale del 2012 il premier ungherese ha reso la magistratura dipendente dall'esecutivo, ridisegnando le circoscrizioni elettorali per favorire il suo partito e modificare a suo piacimento la Costituzione. Un sistema che si può ancora definire democratico perché le elezioni Orban le vince legalmente, usando poi la maggioranza parlamentare per cambiare le leggi e neutralizzare l'opposizione. Un controllo capillare che si estende a tutta la società pensiamo alla famiglia che secondo la Costituzione esiste solo tra coppie etero, unica possibilità per crescere o adottare i bambini che devono ricevere un'educazione basata sull'identità costituzionale ungherese e sui valori cristiani o alla legge sulla protezione dei bambini giudicata dall'Europa lesiva dei diritti LGBT e che dietro a quella che definisce promozione dell'omosessualità tra i minori sui media e nelle scuole. La stampa è quasi completamente controllata dal Governo, 500 tra canali TV, radio, giornali e siti sono di proprietà di un magnate molto vicino ad Orban. Così la propaganda può fare il resto e si compie la magia, gli ungheresi sembrano disposti a mandare giù qualche boccone amaro a patto che lo Stato si occupi di loro, i contributi economici per le famiglie con figli sono diversi, si va dall'assegno familiare all'esenzione delle tasse per le donne che hanno almeno quattro figli fino ai 35mila euro per le coppie che acquistano la prima casa. La formula magica di Orban funziona ma solo dentro i confini ungheresi, sempre più lontani da Bruxelles.