Passano i giorni, le settimane e invece di attenuarsi Movimento pro Palestina degli studenti universitari si espande raggiungendo l'Europa, l'Australia, il Canada, il Libano, il Messico, il Vietnam. Negli Stati Uniti la maggior parte degli atenei si prepara a svolgere le cerimonie di laurea tra misure di sicurezza rafforzate. Alla New York University e alla Columbia University dove tutto è cominciato ancora venerdì 3 maggio sono state arrestate decine di manifestanti, tra gli studenti così come tra persone esterne ai campus che si sono unite alle occupazioni. In parallelo un gruppo di studenti della Princeton University ha lanciato uno sciopero della fame in solidarietà al popolo palestinese, tensioni che non sembrano prossime ad interrompersi nonostante le parole dure del presidente Biden che ha ribadito che il diritto alla protesta è legittimo ma non quello di seminare il caos. Stessa linea rigorista per il premier britannico Rishi Sunak che fa fronte a una protesta montante nelle università britanniche tra Litz, Warwick e Londra, capofila la Manchester University dove centinaia di tende circondano da giorni il campus, tra i timori della direzione che ha condannato l'occupazione definendola illegale. Un atteggiamento in linea con quello adottato in Francia dove tutte le occupazioni degli atenei da parte dei movimenti studenteschi per la Palestina sono state interrotte dalle Forze dell'Ordine e non sempre pacificamente. Il timore del Governo francese che la protesta degli studenti si estenda anche al resto della società amplificando delle tensioni che già esistono andando a rendere la sicurezza nel Paese ancora più complessa da garantire in particolare con un livello massimo di allerta terrorismo e le olimpiadi che arrivano quest'estate. L'allargamento della protesta però in parte è già in corso, nelle scuole superiori di tutta la Francia sono attese delle occupazioni già il 6-7 maggio in uno slancio di solidarietà a Gaza condiviso anche dalla sinistra più radicale La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon e il Partito Comunista che sostiene apertamente le proteste degli studenti sperando forse di portare il conflitto in Medio Oriente in alto nelle priorità degli elettori per le prossime elezioni europee.